Il test di Gualtierotti-Tromp

Giorni di pioggia. Rintanati nella buia officina di casa Ferrari a temperature perfette per la conservazione degli insaccati, un po’ meno per lavorare sui motori si procede con il progetto secondo la tabella di marcia, nonostante le condizioni meteo e qualche imprevisto di troppo.

In questi ultimi giorni abbiamo ricevuto incoraggiamenti da molti amici conosciuti …
…e nuovi (tranne  carburatore e frizione …) che leggendo il blog si sono appassionati al progetto, qualcuno addirittura si è proposto di ospitarci lungo il  percorso. Grazie! Sono belle sensazioni, che aiutano a mantenere alto l’entusiasmo, che caricano, che motivano. E non dico a caso, grazie. In questi momenti sono parole importanti. Giorni di pioggia, giorni faticosi. Trattasi forse di meteopatia? per togliermi ogni dubbio ho fatto il test di Gualtierotti-Tromp. Non lo conoscete? è abbastanza semplice:

Questo test, indolore e non invasivo, permette di scoprire se si è meteoropatici. Il test in effetti misura la regolare funzionalità del sistema di termoregolazione del corpo.
In un ambiente regolato a temperatura costante sui 20-22 gradi si misura preventivamente la temperatura della mano sinistra, che normalmente si aggira sui 32-34 gradi e che con un gel refrigerante viene abbassata a circa 10 gradi.
Si misura quindi quanto tempo si impiega ad acquisire la precedente temperatura con una serie ripetuta di controlli.
Mentre nella norma il tempo di recupero della temperatura iniziale si aggira su i sei minuti, nei meteorosensibili si arriva a dieci minuti e nei meteoropatici a oltre dieci minuti.



Risultato Negativo. Nel senso che la mano è rimasta blu… Sarà un caso se col brutto tempo arrivano le brutte notizie? Se la matematica non è un opinione, la meccanica forse si. Almeno nel momento in cui l’equazione:

tempo + energia + fatica_e_sbattimenti_continui + soldi = risultato 
sembra non avere alcuna corrispondenza con la realtà, e al posto di risultato sembrerebbe più giusto mettere frustrazione quando, dopo giorni di lavoro, rimonti il tutto e il problema, sempre lo stesso, è ancora lì che ti sbeffeggia.  Un po’ di soddisfazione per aver concluso il lavoro seguita da una bella delusione per doverlo rifare daccapo. Bastone e Carota, due strumenti inseparabili, allo stesso modo necessari per andare avanti. Ma vespa vuol dire anche questo. Poi ti fai uno spritz e passa tutto…

– stay tuned –

One Comment

  • Anonimo Rispondi

    Non so quale fosse il problema ma, vedendo le foto del lavoro, saltano all'occhio un paio di dettagli.
    1) corretto usare un vecchio cuscinetto Ø47 mm per inserire in sede quello nuovo – l'errore è nell'uso dell'"ingegnere" (l'ingegnere nel mio garage è il martello) – non bisogna menare MAI nell'anello interno ma SEMPRE in quello esterno: rovini subito il cuscinetto nuovo altrimenti.
    2) l'ingranaggio motrice del secondario della trasmissione (il multiplo – quadruplo) quando si chiude il motore, non va posizionato nel carter grande col trave, bensì in quello piccolo.

    Scusate la pignoleria eh.

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