[BARCELLONA_2015] – Day 5 – La resa dei conti.

18km ci separano dal porto Barcellona e dal nostro destino…comodo ritorno in nave o maratona vespistica via terra? Siamo pronti a entrambe le soluzioni. La notte ha portato consiglio e, nonostante la stanchezza ed il sonno accumulato nei giorni precedenti (…o forse proprio per questo), abbiamo formulato il piano B. Una dettagliata tabella di marcia, con tanto di tratte in notturna e punti di sosta. Siamo quasi rassegnati al peggio, il sito internet della compagnia navale non lascia spazio a dubbi, eppure abbiamo ancora una flebile speranza, un’ultima carta da giocare: presentarci di persona in biglietteria e affrontare la situazione di petto. Partiamo di buon mattino (come di consueto ormai) per raggiungere il porto e scoprire se ci sarà possibile prendere la nave.

 

La tratta dal campeggio al porto è un’odissea preannunciata già il giorno prima, il traffico è alle stelle: macchine, moto e motorini formano un serpentone unico che sembra di vedere gli Unni lanciarsi nel saccheggio di un villaggio nemico e soltanto l’immissione sulla strada principale richiede 10 minuti buoni insomma, ci vorrebbe ….…un post solo per descrivere questa traversata epica.

Le soste ai semafori sono interminabili, percorrere pochi metri da uno all’altro ci porta via energie e tempo, occhi sbarrati e sensi acuìti per prestare la massima attenzione alla guida, cerchiamo di mantenere la calma e prenderla con filosofia ma alla fine, impieghiamo comunque un’ora buona per arrivare, qualche imprecazione ci vien fuori spontanea !
I nostri sforzi saranno ricompensati, pensiamo, ma neanche a dirlo la iella torna a farci visita e troviamo la biglietteria chiusa, h 8:00 del mattino, tensione in aumento vertiginoso, inspiriamo profondamente ed espiriamo, pausa. Ne approfittiamo per fare colazione sulle Ramblas ? Andata !
Quindi inversione di marcia e dal Porto ci ricatapultiamo nel traffico, per fortuna per pochi minuti, parcheggiamo e giriamo a piedi per la città, inutile dirlo, meravigliosa.
Le Ramblas poi sono un mix di colori, agitazione, odori e culture. Le vediamo man mano riempirsi di gente, prendere vita animate dai baristi che montano veloci tavoli e sedie, dai fiorai che lucidano foglie e dispongono piante, dagli ambulanti che riempiono bancarelle con spezie, pesce vivo, carni macellate, ed ogni altra prelibatezza Catalana possa venirvi in mente. In alcuni casi poi ci vorrebbero degli esperti anche solo per riuscire a capire di che cosa si tratti…e il prezzo poi sarà competitivo? ci chiediamo se valga la pena fare qualche scorta…
suggerimenti!?
Praticamente ci perdiamo nel folklore e nella bellezza di questo scorcio di città che, seppur non sarà rappresentativo, è sicuramente quanto di meglio potevamo chiedere quest’oggi. Girato il polso per controllare l’ora ci rendiamo conto che la biglietteria ha nel frattempo già aperto da svariati minuti, saltiamo pertanto sulle vespe e ci fiondiamo letteralmente al porto che ormai conosciamo bene.
Parcheggiamo le Vespe all’esterno della struttura che ospita i gruppi Grimaldi Lines e Grandi Navi Veloci, quest’ultima, nostra unica possibilità di ritorno via mare. Chi entra ? Entri tu, entro io ? Si entra assieme !

 

Ci sono tre operatori, in poco tempo tocca a noi ma i pochi istanti di coda sono snervanti, dall’altra parte del vetro una ragazza Catalana molto gentile, chiediamo due biglietti per noi e due per le vespe e le prime parole che lei pronuncia suonano tipo “non tenes billetos”: Siamo sgomenti, “come non ci sono biglietti ?” pensiamo, il ragazzo davanti a noi sembrava aver risolto positivamente ! No aspetta, calma, forse abbiamo capito male ! Richiediamo sforzandoci di capire ed essere capiti.. infine è chiaro ! E’ lei che chiede a noi se abbiamo già i biglietti: “no ovviamente ! “, pensiamo, altrimenti non saremmo qui. Lei tituba un attimo di fronte al computer, i secondi si fanno minuti, poi ore e di colpo sembrano mesi. Dice un prezzo, lo scrive su di un pezzetto di carta e ce lo mostra. Mentre lo guardiamo sgomenti si ricrede dicendo “no no no, un momento ! ” e si riprende il biglietto scrutando a fondo il monitor che noi non vediamo. I nostri visi si fanno pallidi, servirebbe un controllo della pressione per capire se siamo ormai svenuti e stiamo solo sognando. Il sito internet aveva ragione ? Erano davvero esauriti i posti ? Tutti quei motociclisti che abbiamo visto là fuori avranno finito in anticipo i posti moto disponibili o vendibili ? La nave è stata soppressa per motivi a noi del tutto sconosciuti ? Che abbiano avuto un ritardo o un’avaria ai motori ? Sono mille le domande che si affollano nel nostro cervello ormai saturo di informazioni e congetture poi è chiaro, non sembrano più esserci dubbi.

 

Lei si allontana dalla sua postazione, parla con un collega, gesticola, scrive su un altro pezzo di carta e glielo mostra come in cerca di aiuto, chiama da un altro telefono cercando di raggiungere chissà chi; infine torna, passo veloce, sguardo vitreo, inespressiva, “è fatta”, pensiamo, “ci aspetta il ritorno via terra.. Va beh, sarà dura ma ce la faremo anche questa volta, non sarà poi la fine del mondo giusto ? Come siamo arrivati, così ce ne andremo perbacco !”. Poi si risiede al suo posto, la sua espressione cupa e preoccupata lascia il posto ad un sorriso, prima appena accennato, successivamente deciso, vero ! Ha i nostri biglietti in mano e ce li allunga, non prima di averci chiesto come intendiamo pagare, le gambe cedono a livello dell’articolazione del ginocchio il sangue torna a fluire nelle zone periferiche diminuendo la concentrazione nelle tempie, il corpo riprende temperatura, il respiro si fa meno affannoso, un brivido caldo segna la fine di un’odissea durata anche troppo, è ufficiale, abbiamo un biglietto.

 

– Stay Tuned –
 
 
 

5 Comments

  • Anonimo Rispondi

    Uno YEAH per i finali in ansia, quando le cose piu' complicate vanno via fin troppo lisce e poi il conto arriva sulle cavolate date quasi per scontate! Ahah! Buon rientro!

  • Fabio Rispondi

    Devo essere sincero? So che suona sadico, ma quasi speravo nel ritorno via terra per vivere ancora un po' di questo viaggio. In fin dei conti, bene così! Avete già fatto tanto! A presto!

  • Anonimo Rispondi

    davvero bel racconto…
    rende bene l'idea del panico alla biglietteria… è capitato a tutti di aver capito che ormai è andata…
    ma poi alla fine qualcosa accade e salva la situazione…le è stata la vostra "deus ex machina"!
    ci vediamo!
    AGA

  • Laura Marcato Rispondi

    Eh bravi I nostri vespisti…!
    Avete sfidato la fortuna non prenotando in anticipo!
    Comunque dispiace quasi il sapervi arrivati in terra patria: il vostro blog mi ha tenuto compagnia in questi giorni! Ogni sera aspettavo il nuovo post mentre facevo ipotesi sulla tenuta dei due insetti: ok, è vero che come meccanici non siete male 😉 ma I chilometri erano davvero tanti per le due signorine trentenni!
    Devo farvi I complimenti per gli scritti che sono davvero migliorati di giorno in giorno (la climax dell'ultimo post è eccellente) e per le fotografie che ben rendono l'idea di un viaggio senza cornice come quello in sella ad una Vespa!
    Ora godetevi qualche ora di mare, cercate di abbronzarvi (per ovviare alla famosa abbronzatura del vespista – ovvero solo I dorsi delle mani) e sulla sabbia della spiaggia iniziate a pensare al prossimo viaggio…

    Merker

    "Non è vero. Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto:”Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in Primavera quel che si era visto in Estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre."
    (Josè Saramago)

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